MARTIN LUTERO
Nome italianizzato del riformatore tedesco
Martin Luteher (Eisleben 1483-1546) . Nasce da famiglia contadina, si fà monaco agostiniano nel 1506 e nel 1512
diviene professore di Sacra Scrittura, che insegnerà per tutta la vita
alll’università di Wittemberg. A partire dal 1517 avvia un movimento di riforma
della chiesa che, sfocierà nella nascita del
protestantesimo e cambierà il volto della cristianità. Lutero grande teologo è stato anche predicatore di grande efficacia, autore
di una traduzione della Bibbia largamente utilizzata ancora oggi, fondamentale
per la formazione della lingua tedesca, grande comunicatore del vangelo
(specialmente con il piccolo e il grande Catechismo, entrambi del 1529) ,
musicista e innologo di talento.
ATTENZIONE IL VERBO CAMBIA METTILO AL TEMPO CHE VUOI TU E POI TAGLIA IL TESTO è TROPPO LUNGO E NOIOSO.
ATTENZIONE LA RICERCA è CHIARAMENTE ANTICATTOLICA RENDILA MENO DI "PARTE", dalle un taglio neutro.
Lutero FU marito e padre di famiglia
sensibile ed affettuoso (lo si sposò relativamente tardi (nel 1525), a 42 anni, con Caterina von Bora, che
gli diede sei figli ( dopo la parola non esiste tesoro più prezioso di un santo
matrimonio. Il dono più grande di Dio sulla Terra e una moglie pia, allegra,
che teme Iddio, capace di amministrare la casa…) . La sua attività
principale fu di spiegare la
Bibbia. Scrisse una serie
di grandi commentari, che lo introdussero nel cuore del messaggio biblico: ai
Salmi (1513-15; 1519-21) alla lettera ai Romani (1515-16); alla lettera ai
Galati (1516-17 ;1519-23- 1531) , alla lettera agli Ebrei (1517), al
Deuteronomio (1523-25), all’Ecclesiaste (1526) e a vari altri libri dell’Antico
e del Nuovo Testamento, fino al monumentale commento sulla Genesi, al quale
dedicò gli ultimi dieci anni della sua vita (1535-45).
Chinandosi sul testo biblico e scandagliando a
fondo nelle lingue originali con grande passione filologica (la grammatica
applicata al testo sacro, è la vera teologia egli diceva) , sorretta da
un’intelligenza spirituale fuori del comune, Lutero scoprì l’evangelo della
sola grazia di Dio, che divenne l’anima di tutta la
Riforma protestante .L’evangelo della sola
grazia e l’annuncio elementare , ma salutare, che il peccatore è perdonato da
Dio gratuitamente, senza meriti suoi ( i meriti sono tutti di Cristo) e
senza condizioni preventive (il perdono è dono assoluto, pura grazia, che la
fede riceve non perché suffragata da evidenze morali o razionali o da garanzie
ecclesiali, ma in forza della sola promessa di Dio contenuta nella sua parola)
. Questo Vangelo metteva ovviamente in crisi irreversibile l’intero sistema
penitenziale della Chiesa del tempo e il clero che lo gestiva . L’obbiezione
principale mossa da Lutero alla chiesa gerarchica (di cui peraltro
riconosceva ancora fino al 1520 l’autorità) era di avere in larga misura
trasformato l’Evangelo in legge , imbrigliando nella rete di innumerevoli
precetti il libero corso della grazia divina, e così imprigionando le coscienze
invece di liberarle. “Liberare le coscienze e renderle certe nella fede””:
questo, diceva Lutero, è il compito della Chiesa, che può svolgerlo in un modo
soltanto: predicando fedelmente e instancabilmente l’Evangelo della grazia. E’
nell’annunzio del perdono gratuito che avviene la comunicazione della salvezza.
La parola da quello che dice, crea quello che annuncia. Anche nei sacramenti è la
Parola l’elemento costitutivo: ciò che li
istituisce e rende efficaci non è il sacerdote in virtù dei poteri ricevuti con
l’ordinazione, è la parola in virtù dei poteri che Dio le conferisce: “Tutta la
vita e la sostanza della Chiesa sta nella Parola di Dio”. Il baricentro della
fede si sposta quindi da sacramento alla parola. I poteri un tempo attribuiti
al sacerdote vengono ora riconosciuti come appartenenti alla Parola , il cui
servizio diventa il compito principale del mistero cristiano.
La rottura con la chiesa di Roma: Con le 95 tesi “per
accertare l’efficacia delle indulgenze” (ottobre novembre 1517) affisse sulla
cattedrale di Wittemberg, Lutero sollevò il problema della vera penitenzae
denunciò il carattere non evangelico della prassi penitenzialecorrente perché
generava false sicurezze nei fedeli e favoriva una gestione a buon
mercato, cioè senza la predicazione della croce, della grazia divina. Era però
inevitabile che dalla questione delle indulgenze la disputa si spostasse presto
sul terreno dell’autorità della Chiesa: già con l’incontro col Cardinale
Caetano (1518) e poi nella disputa di Lipsia con il teologo curiale Eck
(1519) , Lutero affermò l’autorità della Scrittura come superiore a quella
della Chiesa, del papa e degli stessi concili. Il 1520 è l’anno cruciale
: da un lato il progetto di riforma della Chiesa si precisò in alcuni scritti
programmatici (l’appello alla nobiltàcristiana della nazione tedesca; La
cattività babilonese della Chiesa; La libertà del cristiano) , dall’altro a
Roma venne stilatala bolla papale con la quale Lutero era minacciato di scomunica
se non avesse ritrattato entro due mesi: invece di ritrattare,
Lutero bruciò pubblicamente la bolla insieme al Codice di Diritto canonico e ad
alcune opere di teologia scolastica. Nell’aprile del 1521,
a Worms, Lutero rifiutò di
trattare anche davanti all’imperatore e alla Dieta: venne perciò messo al bando
dall’impero.
Scomunicato dalla Chiesa e bandito
dall’Impero, Lutero proseguì la sua battaglia che si ampliò contemporaneamente
su diversi fronti, anche interni al campo della Riforma. I principali
interlocutori di Lutero, in rapporto ai quali si sviluppò la sua
iniziativa,furono, oltre alla teologia scolastica, (Disputa di Heidelberg,
1518) , al papato ( il papato di Roma, 1520) e alla chiesa di Roma (Gli
articoli di Smalcalda, 1537; Sui concili e le chiese, 1539) ; Carlostadio
e la sua dottrina dello spirito (Contro i profeti celesti, 1525) ; Erasmo da
Rotterdam e la sua concezione della libertà umana davanti a Dio ( il
servo arbitrio, 1525); Muntzer, con il suo rifiuto dello stato e la sua teologia
della rivoluzione (Esortazione alla pace, 1525 e altri scritti) ; Zwingli
e la sua interpretazione simbolica della Cena (la cena di Cristo, confessione,
1528) . Lutero scrisse anche sui Turchi, vedendoli come giudizio di Dio
sull’Europa scristianizzata ; sugli “ epicurei” , cioè sull’umanesimo che
sfociava sull’ateismo ; e sugli ebrei, a proposito dei quali ripetè i pesanti e
fatali pregiudizi di una secolare cultura antiebraica di matrice cristiana (Gli
ebrei e le loro menzogne, 1542) : in questo campo non fu per nulla riformatore.
Morì nella sua città natale il 18.11.1546. Le
sue ultime parole furono: “ Siamo mendicanti” s’intende della grazia divina,
“questo è vero” . In effetti egli ha capito e spiegato meglio di chiunque altro
l’Evangelo della giustificazione gratuita e incondizionata del
peccatore . Malgrado la divisione della chiesa seguita alla sua scomunica , il
cristianesimo occidentale nel suo insieme ha tratto grande beneficio
dall’iniziativa di Lutero, rinnovandosi profondamente , anche se in maniera
differenziata, in tutte le sue espressioni.
Riforma Protestante:
Il termine Riforma, affermatosi in sede
storeografica è ormai entrato nell’uso corrente, non è forse il più idoneo a
descrivere quanto è accaduto nella cristianitàeuropea occidentale nella prima
metà del secolo XVI. Le nozioni di riforma e persino di continua riforma, sono
legate a quelle bibliche di rinnovamento, rinascita, conversione e sono perciò
ricorrenti nella storia del cristianesimo, particolarmente in quello
occidentale , tenute vive soprattutto (ma non solo ) dalla tradizione
monastica. Lo stesso monachesimo può essere considerato una riforma del
cristianesimo (una delle prime), e non è un caso che Lutero fosse un monaco.
Eppure quanto accadde nel XVI secolo e che abitualmente viene rubricato come
Riforma non rassomiglia a nessuna delle riforme precedenti e
a nessuna di quelle successive , La chiesa del XVI secolo non l’ha riconosciuta
come riforma, anzi l’ha condannata come “ eresia”.
La riforma è stata sicuramente qualcosa di più
e di diverso da una semplice riforma, volle essere una rifondazione e
risostanziazione biblica della fede e della vita cristiana. Lutero, professore
di Bibbia all’università di Wittemberg, intese rimettere in luce , attingendo
dalla Sacra Scrittura il significato originario e autentico di categorie
cristiane fondamentali come penitenza, peccato, perdono, giustizia di Dio,
grazia, libertà, battesimo, sacerdozio. Ne nacque una comprensione del
cristianesimo e una visione delle Chiese diverse da quelle tradizionali ,
che nel corso dei secoli si erano venute progressivamente distanziando
dai modelli biblici. E’ comprensibile che quando Lutero e gli altri riformatori
affermarono e attuarono con rigore il principio del primato della
Scrittura nei confronti della Tradizione, sia del Magistero, dando forma a un
cristianesimo rimodellato secondo il parametro biblico , la
Chiesa del tempo non vi si riconobbe. Questo
tipo di cristianesimo, nuovo rispetto alla tradizione ecclesiastica
medioevale, ma dal cuore antico, rispetto alla parola biblica che gli
diede vita, si chiamò “ protestante” a partire dal 1529. La
Bibbia è stata la norma e la sostanza
della riforma protestante e anche la forza che l’ha generata. La
Riforma è stata un’opera capillare di
alfabetizzazione biblica della fede.
Contrariamente ad un opinione molto diffusa, la
Riforma protestante fu un fenomeno europeo e
non nazionale: essenzialmente tedesco, in seguito esportato altrove. Si
manifestò contemporaneamente in forme diverse e in diversi paesi europei.
L’iniziativa di Lutero costituì il detonatore di un imponente processo
che ebbe molti alrti protagonisti, e coinvolse con esiti diversi l’intera
cristianità dell’Europa occidentale, Inghilterra compresa e di quella
centrale. Nel ventennio successivo all’affissione delle 95 Tesi (1517) con cui
Lutero avviò ufficialmente la protesta contro la chiesa romana, uno sguardo
d’insieme sulla Riforma in Europa rivela che oltre a Wittemberg con martin
Lutero e i suoi primi compagni e seguaci come Filippo Melantone , N. Amsdorf
(1483-1535) , J Jonas (1493-1555) , G. Spalatin (1484-1545), vi furono altri
epicentri della riforma come Strasburgo con l’ex domenicano Martin Bucero e
tanti altri.In Boemia e in Moravia il pensiero della riforma s’incontrò
con quella dell’Unità dei Fratelli, erede (con gli utraquisti)
dell’hussitismo del XV secolo : l’unità subì l’influsso della riforma pur
conservando una fisionomia spirituale propria..
Anche in Italia la riforma ebbe numerosi
seguaci. Come altri paesi europei all’inizio si fece sentire l’influenza di
Lutero, poi prevalse quella di Calvino . Nel Veneto ci fu una notevole
influenza anabattista (nel 1559
a Venezia ebbe luogo un sinodo con
60 delegati) , in seguito annientata dall’Inquisizione. La diffusione del
pensiero della Riforma in Italia fu preparata specialmente dal cenacolo
napoletano di Juan de Valdes <81498-1541) , e in generale da quello che si
usa dire l’evangelismo cattolico , presente fino alla sua repressione da
parte di Papa Paolo IV anche in alcuni alti esponenti della gerarchia
ecclesiastica. Una presenza protestante si manifestò in quasi tutte le regioni
d’Italia: in diverse località ( Lucca,Chieri,Faenza ecc) sorsero vere e
proprie comunità riformate. L’intera comunità protestante italiana subìla
repressione dell’inquisizione, che la cancellò del tutto (con l’unica eccezione
delle Valli Valdesi) .
Dalla riforma italiana propriamente
detta va distinto un cospicuo gruppo di credenti eterodossi che furono
dall’Inquisizione accomunati ai protestanti come “ eretici”, ma che sostenevano
posizioni assai diverse, in quanto criticavano non solo la tradizione
cattolica, ma anche i dogmi della chiesa antica condivisi da tutto il
protestantesimo . In particolare essi rifiutavano il dogma trinitario e la
divinità di Cristo, di cui valorizzavano l’insegnamento morale, soprattutto il
sermone sul monte vissuto alla lettera; furono inoltre fra i primi sostenitori
della libertà di coscienza. Espulsi dall’Italia e anche da Ginevra, trovarono
una seconda patria in Polonia, dove fondarono una chiesa poi chiamata
“unitariana”. I principali esponenti italiani dell’antitrinitarismo del 500
furono Gian Pietro Alciati,Giorgio Blandrata, Matteo Gribaldi , Valentino
Gentili e soprattutto Lelio Sozzini e suo nipote Fausto che diedero vita al
socinianesimo.
Le questioni storiografiche aperte:
Le questioni storiografiche aperte sulla
Riforma protestante sono numerose tuttavia due sono quelle di fondo. La
prima si interroga sulle ragioni per cui, nonostante la scomunica
papale e la messa al bando imperiale, la Riforma
si è così largamente diffusa in Europa, mettendo radici profonde nel popolo,
così da diventare, per circa metà della cristianità europea una scelta
irrevocabile. Si possono dare due risposte. La prima è che un’adesione così
massiccia e convinta dipese dalla sensazione di molti che la
Riforma era la risposta adeguata
all’esigenza universalmente avvertita di un rinnovamento profondo e generale
della Chiesa. La seconda è che la forma (fedeltà alla Sacra Scrittura) e la
sostanza (annuncio della grazia immeritata e incondizionata) del messaggio
della Riforma affrancavano le coscienze cristiane da molte ansie e inquietudini
, rendendole sicure e libere nella fede.
Alla domanda se fu la
Riforma oppure il suo rifiuto a causare la
rottura dell’unità della Chiesa d’Occidente (del resto già seriamente incrinata
dalle dissidenze valdese e Hussita, si può rispondere osservando che la
scomunica (probabilmente affrettata e troppo sbrigativa) di Lutero senza
dubbio complicò una situazione gia difficile rendendo del tutto
problematica una soluzione positiva della crisi. D’altra parte nel
conflitto tra Roma e Lutero le divergenze erano profonde. Per Lutero , in
particolare, l’esperienza di fede si basa sulla Scrittura. La parola
biblica che risuona nella Sacra scrittura era (ed è) l’autorità immediata e
ultima della fede della Chiesa. In queste condizioni la rottura, allora, non
poté essere evitata.
Oggi nel dialogo ecumenico , c’è consenso tra
le chiese nel riconoscere in primo luogo che la
Bibbia è il canone fondamentale della
Chiesa, cioè la misura, la regola e il nutrimento della sua fede, e in secondo
luogo che nella definizione della verità cristiana entrano in gioco, insieme
alla Sacra scrittura, anche la tradizione e il magistero (nelle varie forme in
cui sono intesi e vissuti nelle diverse chiese e confessioni) . Non c’è però
ancora un consenso ecumenico che illustri in modo soddisfacente per tutti il
primato, cioè la canonicità, della Scrittura rispetto alla tradizione e al
magistero. Tutte le Chiese cristiane riconoscono l’importanza primordiale della
Sacra Scrittura e il suo valore unico per la fede, esse però non traggono
ancora da questo riconoscimento le stesse conseguenze.