Mar 12, 2014

MARTIN LUTERO



MARTIN LUTERO
Nome italianizzato del riformatore tedesco Martin Luteher (Eisleben 1483-1546) . Nasce da famiglia contadina, si fà monaco agostiniano nel 1506 e nel 1512 diviene professore di Sacra Scrittura, che insegnerà per tutta la vita  alll’università di Wittemberg. A partire dal 1517 avvia un movimento di riforma della chiesa che, sfocierà nella nascita del protestantesimo e cambierà il volto della cristianità.  Lutero grande teologo è stato  anche predicatore di grande efficacia, autore di una traduzione della Bibbia largamente utilizzata ancora oggi, fondamentale per la formazione della lingua tedesca, grande comunicatore del  vangelo (specialmente con il piccolo e il grande Catechismo, entrambi del 1529) , musicista e innologo di talento. 

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Lutero FU marito e padre di famiglia sensibile ed affettuoso (lo si sposò relativamente tardi (nel 1525), a 42 anni, con Caterina von Bora, che gli diede sei figli ( dopo la parola non esiste tesoro più prezioso di un santo matrimonio. Il dono più grande di Dio sulla Terra e una moglie pia, allegra, che teme Iddio, capace di amministrare  la casa…) . La sua attività principale fu di spiegare la Bibbia. Scrisse una serie di grandi commentari, che lo introdussero nel cuore del messaggio biblico: ai Salmi (1513-15; 1519-21) alla lettera ai Romani (1515-16); alla lettera ai Galati (1516-17 ;1519-23- 1531) , alla lettera agli Ebrei (1517), al Deuteronomio (1523-25), all’Ecclesiaste (1526) e a vari altri libri dell’Antico e del Nuovo Testamento, fino al monumentale commento sulla Genesi, al quale dedicò gli ultimi dieci anni della sua vita (1535-45).
Chinandosi  sul testo biblico e scandagliando a fondo nelle lingue originali con grande passione filologica (la grammatica applicata al testo sacro, è la vera teologia egli diceva) , sorretta da un’intelligenza spirituale fuori del comune, Lutero scoprì l’evangelo della sola grazia  di Dio, che divenne l’anima di tutta la Riforma protestante .L’evangelo della sola grazia e l’annuncio elementare , ma salutare, che il peccatore è perdonato da Dio  gratuitamente, senza meriti suoi ( i meriti sono tutti di Cristo) e senza condizioni preventive (il perdono è dono assoluto, pura grazia, che la fede riceve non perché suffragata da evidenze morali o razionali o da garanzie ecclesiali, ma in forza della sola promessa di Dio contenuta nella sua parola) . Questo Vangelo metteva ovviamente in crisi irreversibile l’intero sistema penitenziale  della Chiesa del tempo e il clero che lo gestiva . L’obbiezione principale mossa da Lutero  alla chiesa gerarchica (di cui peraltro riconosceva ancora fino al 1520 l’autorità) era di avere in larga misura trasformato l’Evangelo in legge , imbrigliando nella rete di innumerevoli precetti il libero corso della grazia divina, e così imprigionando le coscienze invece di liberarle. “Liberare le coscienze e renderle certe nella fede””: questo, diceva Lutero, è il compito della Chiesa, che può svolgerlo in un modo soltanto: predicando fedelmente e instancabilmente l’Evangelo della grazia. E’ nell’annunzio del perdono gratuito che avviene la comunicazione della salvezza. La parola da quello che dice, crea quello che annuncia. Anche nei sacramenti è la Parola l’elemento costitutivo: ciò che li istituisce e rende efficaci non è il sacerdote in virtù dei poteri ricevuti con l’ordinazione, è la parola in virtù dei poteri che Dio le conferisce: “Tutta la vita e la sostanza della Chiesa sta nella Parola di Dio”. Il baricentro della fede si sposta quindi da sacramento alla parola. I poteri un tempo attribuiti al sacerdote vengono ora riconosciuti come appartenenti alla Parola , il cui servizio diventa il compito principale del mistero cristiano.
La rottura con la chiesa di Roma: Con le 95 tesi “per accertare l’efficacia delle indulgenze” (ottobre novembre 1517) affisse sulla cattedrale di Wittemberg, Lutero sollevò il problema della vera penitenzae denunciò il carattere non evangelico della prassi penitenzialecorrente perché generava false sicurezze nei fedeli  e favoriva una gestione  a buon mercato, cioè senza la predicazione della croce, della grazia divina. Era però inevitabile che dalla questione delle indulgenze la disputa si spostasse presto sul terreno dell’autorità  della Chiesa: già con l’incontro col Cardinale Caetano (1518) e poi nella disputa di Lipsia  con il teologo curiale Eck (1519) , Lutero affermò l’autorità della Scrittura come superiore a quella della Chiesa, del papa e degli stessi concili. Il 1520 è l’anno cruciale : da un lato il progetto di riforma della Chiesa si precisò in alcuni scritti programmatici (l’appello alla nobiltàcristiana della nazione tedesca; La cattività babilonese della Chiesa; La libertà del cristiano) , dall’altro a Roma venne stilatala bolla papale con la quale Lutero era minacciato di scomunica  se non avesse ritrattato entro due mesi: invece di ritrattare, Lutero bruciò pubblicamente la bolla insieme al Codice di Diritto canonico e ad alcune opere di teologia scolastica. Nell’aprile del 1521, a Worms, Lutero rifiutò di trattare anche davanti all’imperatore e alla Dieta: venne perciò messo al bando dall’impero.

Scomunicato dalla Chiesa e bandito dall’Impero, Lutero proseguì la sua battaglia che si ampliò contemporaneamente su diversi fronti, anche interni al campo della Riforma. I principali interlocutori di Lutero, in rapporto ai quali si sviluppò la sua iniziativa,furono, oltre alla teologia scolastica, (Disputa di Heidelberg, 1518) , al papato ( il papato di Roma, 1520)  e alla chiesa di Roma (Gli articoli di Smalcalda, 1537; Sui concili e le chiese, 1539) ; Carlostadio  e la sua dottrina dello spirito (Contro i profeti celesti, 1525) ; Erasmo da Rotterdam e la sua concezione della libertà umana  davanti a Dio ( il servo arbitrio, 1525); Muntzer, con il suo rifiuto dello stato e la sua teologia della rivoluzione  (Esortazione alla pace, 1525 e altri scritti) ; Zwingli e la sua interpretazione simbolica della Cena (la cena di Cristo, confessione, 1528) . Lutero scrisse anche sui Turchi, vedendoli come giudizio di Dio sull’Europa scristianizzata ; sugli “ epicurei” , cioè sull’umanesimo che sfociava sull’ateismo ; e sugli ebrei, a proposito dei quali ripetè i pesanti e fatali pregiudizi di una secolare cultura antiebraica di matrice cristiana (Gli ebrei e le loro menzogne, 1542) : in questo campo non fu per nulla riformatore.
Morì nella sua città natale il 18.11.1546. Le sue ultime parole furono: “ Siamo mendicanti” s’intende della grazia divina, “questo è vero” . In effetti egli ha capito e spiegato meglio di chiunque altro l’Evangelo della giustificazione  gratuita e incondizionata  del peccatore . Malgrado la divisione della chiesa seguita alla sua scomunica , il cristianesimo  occidentale nel suo insieme ha tratto grande beneficio dall’iniziativa di Lutero, rinnovandosi profondamente , anche se in maniera differenziata, in tutte le sue espressioni.
Riforma Protestante:
Il termine Riforma, affermatosi in sede storeografica è ormai entrato nell’uso corrente, non è forse il più idoneo a descrivere quanto è accaduto nella cristianitàeuropea occidentale nella prima metà del secolo XVI. Le nozioni di riforma e persino di continua riforma, sono legate a quelle bibliche di rinnovamento, rinascita, conversione e sono perciò ricorrenti nella storia del cristianesimo, particolarmente in quello occidentale , tenute vive soprattutto (ma non solo ) dalla tradizione monastica. Lo stesso monachesimo può essere considerato una riforma del cristianesimo (una delle prime), e non è un caso che Lutero fosse un monaco. Eppure quanto accadde nel XVI secolo e che abitualmente viene rubricato come Riforma  non rassomiglia a nessuna  delle riforme precedenti  e a nessuna di quelle successive , La chiesa del XVI secolo non l’ha riconosciuta come riforma, anzi l’ha condannata come “  eresia”.
La riforma è stata sicuramente qualcosa di più e di diverso da una semplice riforma, volle essere una rifondazione e risostanziazione biblica della fede e della vita cristiana. Lutero, professore di Bibbia all’università di Wittemberg, intese rimettere in luce , attingendo dalla Sacra Scrittura il significato originario e autentico di categorie cristiane fondamentali come penitenza, peccato, perdono, giustizia di Dio, grazia, libertà, battesimo, sacerdozio. Ne nacque una comprensione del cristianesimo e una visione delle Chiese diverse  da quelle tradizionali , che nel corso dei secoli si erano venute progressivamente distanziando  dai modelli biblici. E’ comprensibile che quando Lutero e gli altri riformatori affermarono  e attuarono con rigore il principio del primato della Scrittura nei confronti della Tradizione, sia del Magistero, dando forma a un cristianesimo  rimodellato secondo il parametro biblico , la Chiesa del tempo non vi si riconobbe. Questo tipo di cristianesimo, nuovo rispetto alla tradizione ecclesiastica  medioevale, ma dal cuore antico, rispetto alla parola biblica  che gli diede vita, si chiamò “ protestante” a partire dal 1529. La Bibbia è stata la norma  e la sostanza della riforma  protestante  e anche la forza che l’ha generata. La Riforma è stata un’opera capillare di alfabetizzazione biblica della fede.
Contrariamente ad un opinione molto diffusa, la Riforma protestante fu un fenomeno europeo e non nazionale: essenzialmente tedesco, in seguito esportato altrove. Si manifestò contemporaneamente in forme diverse e in diversi paesi europei. L’iniziativa di Lutero costituì il detonatore di un imponente processo  che ebbe molti alrti protagonisti, e coinvolse con esiti diversi l’intera cristianità dell’Europa occidentale, Inghilterra compresa  e di quella centrale. Nel ventennio successivo all’affissione delle 95 Tesi (1517) con cui Lutero avviò ufficialmente la protesta contro la chiesa romana, uno sguardo d’insieme sulla Riforma in Europa rivela che oltre a Wittemberg con martin Lutero e i suoi primi compagni e seguaci come Filippo Melantone , N. Amsdorf (1483-1535) , J Jonas (1493-1555) , G. Spalatin (1484-1545), vi furono altri epicentri della riforma come Strasburgo con l’ex domenicano Martin Bucero e tanti altri.In Boemia e in Moravia il pensiero della riforma  s’incontrò con quella dell’Unità dei Fratelli, erede (con gli utraquisti)  dell’hussitismo del XV secolo : l’unità subì l’influsso della riforma pur conservando una fisionomia spirituale propria..
Anche in Italia la riforma ebbe numerosi seguaci. Come altri paesi europei all’inizio si fece sentire l’influenza di Lutero, poi prevalse quella di Calvino . Nel Veneto ci fu una notevole influenza anabattista  (nel 1559 a Venezia ebbe luogo un sinodo con 60 delegati) , in seguito annientata dall’Inquisizione. La diffusione del pensiero della Riforma in Italia fu preparata specialmente dal cenacolo napoletano di Juan de Valdes <81498-1541) , e in generale da quello che si usa dire l’evangelismo cattolico , presente fino alla sua repressione da parte di Papa Paolo IV anche in alcuni alti esponenti della gerarchia ecclesiastica. Una presenza protestante si manifestò in quasi tutte le regioni d’Italia: in diverse località ( Lucca,Chieri,Faenza ecc)  sorsero vere e proprie comunità riformate. L’intera comunità protestante italiana subìla repressione dell’inquisizione, che la cancellò del tutto (con l’unica eccezione delle Valli Valdesi) .
Dalla riforma  italiana propriamente detta va distinto un cospicuo gruppo di credenti eterodossi che furono dall’Inquisizione accomunati ai protestanti come “ eretici”, ma che sostenevano posizioni assai diverse, in quanto criticavano non solo la tradizione cattolica, ma anche i dogmi della chiesa antica condivisi  da tutto il protestantesimo . In particolare essi rifiutavano il dogma trinitario e la divinità di Cristo, di cui valorizzavano l’insegnamento morale, soprattutto il sermone sul monte vissuto alla lettera; furono inoltre fra i primi sostenitori della libertà di coscienza. Espulsi dall’Italia e anche da Ginevra, trovarono una seconda patria in Polonia, dove fondarono una chiesa poi chiamata “unitariana”. I principali esponenti italiani dell’antitrinitarismo del 500 furono Gian Pietro Alciati,Giorgio Blandrata, Matteo Gribaldi , Valentino Gentili e soprattutto Lelio Sozzini e suo nipote Fausto che diedero vita al socinianesimo.
Le questioni storiografiche aperte:
Le questioni storiografiche aperte sulla Riforma protestante sono numerose tuttavia due sono quelle di fondo. La prima si interroga sulle ragioni per cui, nonostante la scomunica papale e la messa al bando imperiale, la Riforma si è così largamente diffusa in Europa, mettendo radici profonde nel popolo, così da diventare, per circa metà della cristianità europea una scelta irrevocabile. Si possono dare due risposte. La prima è che un’adesione così massiccia e convinta dipese dalla sensazione di molti che la Riforma era la risposta adeguata all’esigenza universalmente avvertita di un rinnovamento profondo e generale della Chiesa. La seconda è che la forma (fedeltà alla Sacra Scrittura) e la sostanza (annuncio della grazia immeritata e incondizionata) del messaggio della Riforma affrancavano le coscienze cristiane da molte ansie e inquietudini , rendendole sicure e libere nella fede.
Alla domanda se fu la Riforma oppure il suo rifiuto a causare la rottura dell’unità della Chiesa d’Occidente (del resto già seriamente incrinata dalle dissidenze valdese e Hussita, si può rispondere osservando che la scomunica (probabilmente affrettata e troppo sbrigativa)  di Lutero senza dubbio complicò una situazione gia difficile rendendo del tutto problematica  una soluzione positiva della crisi. D’altra parte nel conflitto tra Roma e Lutero le divergenze erano profonde. Per Lutero , in particolare,  l’esperienza di fede si basa sulla Scrittura. La parola biblica che risuona nella Sacra scrittura era (ed è) l’autorità immediata e ultima della fede della Chiesa. In queste condizioni la rottura, allora, non poté essere evitata.
Oggi nel dialogo ecumenico , c’è consenso tra le chiese nel riconoscere in primo luogo che la Bibbia è il canone fondamentale  della Chiesa, cioè la misura, la regola e il nutrimento della sua fede, e in secondo luogo che nella definizione della verità cristiana entrano in gioco, insieme alla Sacra scrittura, anche la tradizione e il magistero (nelle varie forme in cui sono intesi e vissuti nelle diverse chiese e confessioni) . Non c’è però ancora un consenso ecumenico che illustri in modo soddisfacente per tutti il primato, cioè la canonicità, della Scrittura rispetto alla tradizione e al magistero. Tutte le Chiese cristiane riconoscono l’importanza primordiale della Sacra Scrittura e il suo valore unico per la fede, esse però non traggono ancora da questo riconoscimento le stesse conseguenze.